Giulia Calvanese
Nata a Milano nel 1988, Giulia frequenta già da bambina corsi extra scolastici di disegno e acquarello e si diploma al Liceo Artistico Statale Umberto Boccioni. Inizia gli studi universitari all’Università Cattolica del Sacro Cuore seguendo il corso di laurea in Storia dell’Arte, ma dopo due anni decide di trasferirsi all’Accademia di Belle Arti di Brera dove conseguirà il diploma triennale in Pittura. In seguito, curiosa di scoprire anche il mondo dell’illustrazione, frequenta due corsi di specializzazione in questo campo all’Istituto Europeo di Design. Terminati gli studi, inizia a dedicarsi a tempo pieno al suo percorso artistico personale con due mostre personali itineranti e un fumetto pubblicato.
Nel 2019 nasce l’idea di creare insieme a sua madre uno spazio per giovani artisti che non hanno la possibilità o di avere un luogo di lavoro o di un luogo in cui esporre e farsi conoscere, nasce così MaGiCa.art.
“I due cardini sui cui si sviluppa il mio percorso artistico sono la ricerca di una possibile fusione tra astratto e figurativo in modo che uno sottolinei le emozioni che l’altro esprime, e l’intento di creare un dialogo con artisti del passato, in particolare modo dell’epoca medioevale o rinascimentale.
Un altro aspetto importante, che spesso compare nelle mie opere, è il simbolismo. Talvolta inserisco simboli appartenenti a vari campi della conoscenza umana in modo che creino un dialogo tra loro e con la figura che ho dipinto.
Una delle ragioni per cui dipingo è quella di ritrovare un rapporto tra l’arte e le persone, in un periodo in cui l’arte contemporanea sembra sempre più appartenere ad una cerchia ristretta di intenditori. Per questo le mie opere sono leggibili su diversi livelli. Chiunque è in grado di capire cosa vi è rappresentato e/o di emozionarsi davanti ad esse; ma chi ricercasse una lettura più approfondita potrebbe, grazie soprattutto a simbologie nascoste, accedere ad ulteriori significati.”
“Amo l’arte, che considero dono di Dio Creatore e Artista, all’umanità. Tanto più è ardua e impossibile la ricerca di rappresentazione del Mistero, tanto è più meravigliosa e alta la voglia di arrivarci pur sapendo che è del tutto impossibile. Forse è questo che ha voluto dirci Michelangelo con la sua Pietà Rondanini: è essa incompiuta o deliberatamente “senza fine” come l’Amore che tenta di rappresentare?
È questo un altro tema a me caro: l’irrappresentabilità dell’Eterno, e di fatto molti miei quadri possono sembrare anch’essi incompiuti.”
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