Cinema e pittura – Quando le arti si incontrano

Un viaggio per immagini alla scoperta dei grandi film che hanno omaggiato le più belle opere d’arte della storia



Il 28 Dicembre 1895, presso il  Gran Cafè del Boulevard de Capucines, aveva luogo la prima proiezione del cinematografo Lumière: una vera e propria rivoluzione culturale che avrebbe cambiato radicalmente il mondo delle arti, dell’intrattenimento, della comunicazione.

L’uscita dalle officine Lumière (La Sortie de l’usine Lumière)

Sin dalla propria nascita, il cinema – umile “ultimo arrivato” – ha sempre guardato con ammirazione e spirito di apprendimento alle arti e discipline che lo avevano preceduto. Tra queste, ovviamente, le arti figurative.
Dalle semplici citazioni alla realizzazione di suggestivi tableaux vivants, passando per la vera e propria trasfigurazione di un quadro in un’opera cinematografica: le arti figurative hanno da sempre rappresentato per il cinema un pozzo da cui attingere suggestioni stimolanti, multiformi e ammalianti, ispirando le immortali opere di registi e autori del calibro di Stanley Kubrick, Akira Kurosawa, Alfred Hitchcock, Martin Scorsese, Peter Greenaway (quest’ultimo, peraltro, anche pittore).

Qui di seguito, una gallery con la quale racconteremo, attraverso immagini emblematiche e suggestive, lo stimolante dialogo tra il cinema e le arti figurative.

È nata una stella (George Cukor, 1954) / Danseuses attachant leurs sandales (Edgar Degas, 1895)

Il quinto elemento (Luc Besson, 1997) / La colonna rotta (Frida Kahlo, 1944)

Shirley: Visions of Reality (Gustave Deutsch, 2013) / New York Movie (Edward Hopper, 1939)

About Endlessness (Roy Andersson, 2019) / Sulla città (Marc Chagall, 1918) / Sexy Beast (Jonathan Glazer, 2000)

Forrest Gump (Robert Zemeckis,1994) / Il mondo di Cristina (Andrew Wyeth, 1948)

Spiccioli dal cielo (Herbert Ross, 1981) / I nottambuli (Edward Hopper,1942)

Shutter Island (Martin Scorsese, 2010) / Il bacio (Gustav Klimt, 1907-08)

Arancia meccanica (Stanley Kubrick, 1971) / La ronda dei carcerati (Vincent van Gogh, 1890)

Restiamo su Kubrick e andiamo a scoprire uno dei suoi lavori più impegnativi dal punto di vista estetico-scenografico: Barry Lyndon (1975). Tratto dall’omonimo romanzo di William Makepeace Thackeray, è l’opera più “letteraria” e pittorica di Kubrick: volendo donare alla pellicola l’aspetto realistico  «di un dipinto o un affresco», regista e direttore della fotografia (John Alcott) non solo si ispirarono alle pitture paesaggistiche, alle stampe e ai dipinti dell’epoca di riferimento, ovvero il XVIII secolo (Matrimonio alla moda e La carriera del libertino di William Hogarth sono tra i riferimenti principali), ma si servirono esclusivamente di luci naturali, candele e lampade a olio. Una scelta stilistica decisamente vincente, ma talmente difficoltosa da richiedere l’utilizzo degli obiettivi fotografici Zeiss utilizzati sui satelliti Nasa.

Barry Lyndon (Stanley Kubrick, 1976) / Malvern Hall (John Constable,1809)
Barry Lyndon (Stanley Kubrick, 1976) / L’Orgia (William Hogarth, 1732-33)
Barry Lyndon (Stanley Kubrick, 1976) / The Tête à Tête (William Hogarth, 1743-45)

Psycho (Alfred Hitchcock, 1960) / House by the railroad (Edward Hopper, 1925)

Sogni (Akira Kurosawa, 1990) / Campo di grano con volo di corvi (Vincent van Gogh, 1890)

Pittore oltre che regista, Peter Greenaway si distingue per un cinema dall’intenso gusto pittorico, per una continua ricerca nelle sperimentazioni compositive e per la costante tensione nei confronti della commistione artistica: un eclettismo che lo conduce, molto spesso, anche alla provocazione. Di seguito, due esempi dei suoi suggestivi tableaux vivants:

Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante (1989)
Nightwatching (2007)

Heat (Michael Mann, 1996) / Pacific (Alex Colville, 1967)

Labyrinth (Jim Henson, 1986) / Relatività (Maurits Cornelis Escher, 1953)

Melancholia (Lars von Trier, 2011) / Ophelia (John Everett Millais, 1851-52)

Le avventure del Barone Munchausen (Terry Gilliam, 1988) / Nascita di Venere (Sandro Botticelli, 1485-86)

La casa di Jack (Lars von Trier, 2018) / La barca di Dante ( Eugène Delacroix, 1822)

I colori della Passione (Lech Majewski, 2011) / La salita al Calvario (Pieter Bruegel il Vecchio, 1564)

Non un semplice omaggio, bensì la vera e propria metamorfosi della pittura in pellicola: con questo film, praticamente un unicum nel panorama cinematografico, Lech Majewski catapulta lo spettatore all’interno del celeberrimo dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio, rendendolo direttamente partecipe della salita al Calvario. Un lavoro progettualmente ed esteticamente meticolosissimo.


Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this