
“Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m’avea di paura il cor compunto,
guardai in alto e vidi le sue spalle
vestite già de’ raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle.”
Oggi, 25 Marzo, si celebra il Dantedì, ovvero la giornata dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri.
La ricorrenza, istituita nel 2020 su proposta di Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il turismo, cade nel giorno riconosciuto dai dantisti come data in cui Dante Alighieri intraprese il suo allegorico viaggio – o Itinerarium mentis in Deum – attraverso i tre regni ultraterreni.
Pietra miliare della nostra lingua e letteratura e, più in generale, della nostra cultura tutta, la Divina Commedia ha ispirato e influenzato le più svariate forme d’arte sin dai tempi più antichi. Tra queste, inevitabilmente, la pittura, da sempre affascinata e ispirata dai suggestivi quadri che prendono vita nel concatenarsi di endecasillabi. In particolare, dagli angosciosi ritratti della Cantica infernale.
In occasione di una ricorrenza tanto speciale, abbiamo deciso di proporvi una rassegna delle più belle trasposizioni pittoriche della Divina Commedia, dagli affreschi rinascimentali al surrealismo di Salvador Dalì.
La Divina Commedia illumina Firenze (Domenico Di Michelino, 1465)
È una delle raffigurazioni più celebri e ricorrenti della Divina Commedia e di Dante Alighieri, qui ritratto tra le rappresentazioni dei tre regni ultraterreni e con una copia della sua opera in mano. L’autore, Domenico Di Michelino, si è ispirato a un disegno (andato perduto) di Alesso Baldovinetti. L’affresco si trova presso la cattedrale di Santa Maria del Fiore, duomo di Firenze

Disegni per la Divina Commedia (Sandro Botticelli, 1480-95)
Tra il 1480 e il 1495 Lorenzo di Pierfrancesco De’ Medici commissionò a Sandro Botticelli una serie di 100 disegni su pergamena a tema dantesco. I disegni noti sono 92 (8 sono andati perduti), ma solo uno è stato ultimato, ovvero La voragine infernale, conservata in Vaticano.

La barca di Dante (Eugène Delacroix, 1822)
Si tratta di una delle opere più celebri del suo autore, nonché dell’intero periodo pittorico romantico. Conservato presso il Museo del Louvre di Parigi, il dipinto (olio su tela, 189×246 cm) è tratto dal Canto VIII dell’Inferno e ritrae Dante e Virgilio mentre attraversano lo Stige (“il fiume dell’odio”) guidati dal demonio Flegias. Una curiosità: l’opera ha ispirato Lars von Trier (grande appassionato di Dante) nel suo ultimo film The House that Jack Built, all’interno del quale la troviamo trasposta in uno dei tableaux vivants più suggestivi dell’intera pellicola.


Divina Commedia (Gustave Doré, 1861)
Le illustrazioni realizzate da Gustave Doré, pittore, incisore, disegnatore e litografo francese, sono senza dubbio annoverate tra le rappresentazioni figurative più affascinanti della Divina Commedia. Le opere di Doré, di impronta romantica e connotate da una forte tensione drammatica, realizzate tramite il ricorso alla monocromia e a un tratto tagliente e deciso, trasmettono con forza tutto il pathos delle Cantiche: dalla la tetra angoscia infernale alla gloriosa luce del Paradiso. Le opere di Doré hanno influenzato generazioni di artisti a seguire, dalla fumettistica al cinema: Qui di seguito ve ne riportiamo alcune tra le più belle: George Méliès si ispirò a lui per il celeberrimo Le Voyage dans la Lune, così come Peter Jackson per la saga de Il Signore degli Anelli.
Qui di seguito alcune delle sue illustrazioni più suggestive:







Dante e Virgilio all’Inferno (William-Adolphe Bouguereau, 1850)
Conservato al Musée d’Orsay di Parigi, questo dipinto (olio su tela, 280×225 cm) raffigura la lotta selvaggia tra Gianni Schicchi e Capocchio, dannati della decima bolgia dell’ottavo cerchio, dove vengono puniti di falsari e di cui Dante narra nel Canto XXX.
La Divina Commedia (Salvador Dalì, 1950 ca.)
Nel 1950, in previsione dei 700 anni dalla nascita di Dante Alighieri, l’Istituto Poligrafico italiano commissionò a Salvador Dalì la realizzazione di una serie di illustrazioni dedicate alla Divina Commedia. Il risultato è un corpus di acquerelli in cui l’artista unisce la propria cifra stilistica – il surrealismo, il tratto morbido, le figure dense – all’iconografia più tradizionale.



.jpg?mode=max)
